martedì 15 marzo 2011

That is why I am a fanboy.

3. The head of Apple International HR and of Japan Retail happened to be in Japan that week. Both came and spent the night with us in the stores and told everyone that if anyone wanted to try their luck getting home on their own, Apple would pay for any food, drink, or transportation fees that that person incurred on the way. "Your safety is most important."
[...]
I've been calling my girlfriend at work, asking her to come home, but because the Tokyo government hasn't said anything, her company won't let her leave. On the other hand, my manager at Apple called me to let me know that Apple will support any decision I make regarding leaving the country or the area, and that a job will still be waiting for me if I decide to come back. That is why I am a fanboy.

Via Kevinrose

lunedì 14 marzo 2011

Approcci motivazionali

Ho incrociato per caso questo video, che andrebbe consigliato a tutti i colleghi giovani imprenditori (agli altri non ci penso nemmeno tanto più) per la gestione delle proprie risorse umane.
Dura 10 minuti, prendetevi questi 10 minuti.

mercoledì 9 marzo 2011

Come far nascere un'impresa di successo (o almeno come non sbagliare troppo)

Da qualche anno, diciamo da 7, mi occupo di libera impresa privata. Nel senso che all'incosciente età di 24 anni ho aperto la mia prima piccola, piccolissima azienda. Anzi, esperimento di azienda.
In questi sette anni ne ho fatti diversi di errori, ma da dove sono partito a dove sono adesso (membro del CdA con la delega alla strategia economica e finanziaria oltre che ad una business unit) forse non è cambiato moltissimo del mio approccio.
O meglio, sono state molte le scoperte. Da imparare a gestire una trattativa (forse era più semplice e non è detto con peggiori risultati quando me ne occupavo con meno esperienza, meno studio e più "pancia") a gestire risorse umane, a rendersi conto che esistono dei costi iniziali mai eliminabili, e che esiste il costo del proprio lavoro che, senza far drammi, va contato anche se magari non sarà mai retribuito. Perché, vale anche per il lavoro dei propri soci, va benissimo iniziare senza prendere un soldo, ma fa bene alla gestione della fase di partenza sapere quanto avresti dovuto spendere per la tua professionalità.
Questo perché in massima parte le piccole imprese con cui mi sono confrontato, mi hanno coinvolto o mi hanno chiesto un aiuto erano sempre attività dove l'imprenditore non era solo un socio di capitali, ma anche parte integrante e attiva delle professionalità coinvolte.

Tra le cose che ho imparato in questi anni c'è senza dubbio la capacità di capire se un'impresa in fase di startup si sta muovendo bene oppure no.
Ho aiutato almeno una decina di imprese a nascere, alcune con risultati buoni altre meno, ma bisogna dire che chi ha seguito il buon senso ha sempre ottenuto risultati.

Buon senso vuol dire contestualizzare il proprio business, conoscerne la dimensione, pensare in grande con la coscienza di essere piccoli. Ho un amico che ha fondato un annetto fa un'impresa interessante nel panorama editoriale italiano. Pensa in grande, agisce in piccolo, l'ho consigliato per la forma societaria, per il marketing, per la comunicazione, senza percepire alcun onorario. Lui ha fatto il suo lavoro, che era la cosa che gli riusciva meglio. E ora inizia a raccogliere risultati.
Non è certo merito mio, ma sicuramente chi ci è già passato è in condizione di dare importanti consigli a chi sta iniziando.

Bisogna anche avere una buona dose di umiltà, ed è la cosa più difficile da avere davvero. Perché i soldi sono i nostri, e vogliamo decidere come spenderli, è normale. D'altra parte se abbiamo scelto dei consulenti, per esempio dei grafici o dei copy, non possiamo pretendere di metterci al loro posto. Non è il nostro mestiere, e sarebbe un pessimo modo di cominciare anche se fosse il nostro mestiere. Avrete sempre bisogno di un occhio esterno.
Fidatevi dei vostri collaboratori, altrimenti fate le cose da soli.
Anzi no, non fatele da soli.
Negli ultimi mesi mi sono trovato in qualche modo a parlare con due imprenditori, uno che tentava di entrare nel ramo della moda, l'altro nel turismo.
Uno di questi due aveva preteso di essere il centro unico della propria impresa. Tanto si fidava delle sue capacità che aveva ritenuto di poter fare tutto da solo, dal disegno della linea di abbigliamento al marketing, alle vendite, alla produzione.
L'altro, quello del turismo, aveva delegato la produzione di alcuni materiali di comunicazione ad un grafico. Però, in spregio di qualunque regola, pretendeva di intervenire sull'opera del suo consulente, da lui scelto, imponendo le proprie idee che, valide o no, soprattutto andavano spesso e volentieri a violare quelle regole più o meno importanti che è necessario sapere per fare un layout grafico, di qualunque tipo.
Pensate in grande, ecco cosa significa: significa non pensare di essere dei geni, di poter fare tutto da soli. E se davvero pensate di essere geniali allora circondatevi di collaboratori geniali, del meglio che avete. Guardate i collaboratori dei grandi imprenditori. Cook, Ive, in Apple, sono due teste di primo piano. Possiamo negare la grandezza di Jobs? Ma cosa sarebbe Jobs senza quei collaboratori?

Pagate i vostri collaboratori, pagateli, preferibilmente in contanti, ma se proprio non ne disponete (e allora già qui abbiamo un problema, poiché nel migliore dei casi non avete pianificato la spesa, nel peggiore state tentando di fare impresa senza un euro di partenza) almeno pagateli in quote della vostra attività. E questa, comunque, è una estrema ratio, perché non è affatto detto che loro vogliano avere partecipazioni, per cui potrebbero trovarsi in imbarazzo. Non tutti vogliono avere quote di aziende.
Pagate tutti, e guai a voi se quella spesa non l'avevate pianificata.
Pagateli anche poco, ma riconoscete il loro lavoro. Lo fanno per lavoro, è quello che darà loro da vivere. Si renderanno conto che siete in una fase iniziale e non vi proporranno onorari salati, e se lo faranno sarete liberi di non accettare.
Ma pagateli, perché dovete riconoscere quello che fanno. Non è un hobby, anche se, per dire, per voi devono comporre un jingle. È il loro lavoro, e il primo passo per avere una buona impresa di successo è rispettare il lavoro degli altri e ridimensionare il proprio, perché nessuno vi impone di fare l'imprenditore, ci sono tante scelte nella vita, molto più rilassanti.